
Quella dei reati contro la Pubblica Amministrazione è una delle materie più tormentate del diritto penale, tanto da subire dal 1990 ad oggi una serie di riforme che hanno inciso in maniera rilevante sullo statuto penale della P.A. La legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione) nasce da una duplice esigenza, dovuta da un lato all’inadeguatezza offensiva di alcuni reati contro la P.A., in particolare la corruzione, dall’altro alla necessità di rispettare gli obblighi nati dalle convenzioni internazionali. La riforma è caratterizzata dall’introduzione nel sistema penale della Pubblica Amministrazione di nuove fattispecie di reato quali l’induzione indebita a dare o promettere utilità e il traffico di influenze illecite, nonché dall’inasprimento delle sanzioni penali, soprattutto per quanto concerne il reato di corruzione propria per atti contrari ai doveri d’ufficio, probabilmente dettato, anche, dalla necessità di allungare i termini di prescrizione.
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