
Il d.lgs. 33/2013 di “riordino” della trasparenza prevede una serie rilevantissima di nuovi adempimenti. Non si tratta del semplice riordino della caotica massa di norme che impongono obblighi di pubblicazione e comunicazione.
Il decreto introduce un diritto nuovo, come l’accesso civico, una sorta di controllo generalizzato sulla capacità delle amministrazioni di pubblicare tutti gli atti. Sostanzialmente, sia pure senza modifiche espresse
alla legge 241/1990, il diritto di accesso diventa generale e prevalente.
Ancora, si introducono nuovi e penetrantissimi obblighi di pubblicazione dei dati riguardanti i vertici: dirigenti, posizioni organizzative. E un rilievo particolare avranno tutti i dati concernenti la struttura e la spesa del personale: dall’elenco degli incarichi di collaborazione,
alla dotazione organica, ai contratti flessibili,
alla spesa di personale.
Le amministrazioni sono chiamate ad una pesante opera
di riorganizzazione interna. Gli obblighi di pubblicazione sono tutti severamente sanzionati, anche per la sola mancata tempestività. Occorrerà ammodernare i sistemi informativi e redistribuire i carichi di lavoro,
oltre che attivare pervasivi sistemi di controllo sulla puntualità e completezza degli adempimenti.
In più, il decreto impone di spiegare quale sia l’esatto contenuto dei provvedimenti, ciò che intendono “dire”. Nuove forme organizzative e nuovi sistemi, quindi,
per relazionarsi.
Ancora una volta, il grosso delle responsabilità ricade
sui segretari comunali, chiamati a vestire il ruolo
di responsabili della trasparenza, che si aggiunge
a quello di responsabile della prevenzione della corruzione.
Luigi Oliveri,
Dirigente amministrativo della Provincia di Verona, collaboratore del quotidiano “Italia Oggi”, autore
di molteplici volumi sul Diritto amministrativo e degli Enti locali, docente in corsi
di formazione, direttore
del settimanale on-line “La Settimana degli Enti locali”, disponibile su
www.lagazzettadeglientilocali.it.
